L’indagine

QueerAbility è una ricerca che indaga la relazione tra disabilità e comunità LGBTQIA+*

*acronimo che sta per persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersex, Asessuali e più in generale, tutte quelle persone che non si sentono pienamente rappresentate soIo l’etichetta di donna o uomo eterosessuale

Ho lanciato un’indagine per capire come viene vissuta la sessualità da chi è disabile e appartiene alla comunità lgbtqia+. Il presupposto è che a causa di una molteplice discriminazione a cui queste persone sono sottoposte, debbano far fronte ad un maggiorato lavoro per accettarsi, rivendicare il proprio posto nella società civile e combattere contro una doppia dose gli stereotipi e pregiudizi, con conseguenze sul loro benessere psico emotivo e sulla qualità della vita in generale.

L’indagine, a cui è possibile partecipare in forma totalmente anonima, è composta da tre sezioni:

  1. Visibilità e coming out
  2. Sessualità e identità
  3. Relazioni e affettività.

Ho organizzato e portato avanti in maniera totalmente autonoma questa ricerca. Grazie al coinvolgimento della rete e sfruttando il potere del passaparola è stato velocemente raggiunto un campione che supera le 100 persone, che potrebbe dare un prezioso contributo a questa indagine. Ma non mi fermo qui.

L’obiettivo è raccogliere più dati possibili per fare una prima fotografia dello stato delle cose, dando direttamente la parola a chi, causa doppio stigma e invisibilizzazione, fatica a farsi ascoltare o è spintǝ al silenzio.

Mi riferisco in particolar modo alle persone trans* e non binarie, delle quali ci sono pochissime informazioni scientifiche e informazioni pressoché aneddotiche.

Grazie inoltre al sostegno e alla collaborazione con il centro di ricerca clinica Sei come sei del Dipartimento di psicologia sociale e dello sviluppo de La Sapienza di Roma, l’indagine godrà di una validazione aggiuntiva. Questa collaborazione si tradurrà, previa autorizzazione dei partecipanti, in un lavoro congiunto di trattamento dei dati e in un secondo step di approfondimento e indagine qualitativa, che a sua volta verrà inserito in una lavoro di tesi di laurea di due studentesse di psicologia.

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Background
La serenità delle persone disabili LGBTQ+ è soprattutto a rischio nei contesti in cui è minacciata la loro autonomia, come a causa della dipendenza dalla famiglia o durante il loro percorso di emancipazione per una vita indipendente.

Secondo la ricerca abili di cuore del 2007 di Priscilla Berardi per Arcigay, la compresenza di omosessualità e disabilità impone difficoltà pratiche e relazionali in tutti gli ambiti della vita quotidiana. In particolare, il rapporto con la famiglia rispetto alla disabilità ed il grado di conoscenza e accettazione dell’omosessualità influenzano fortemente l’autonomia e l’accettazione di sé da parte degli intervistati. Spesso infatti la dipendenza fisica ed economica degli altri frenano dal dichiararsi e da vivere serenamente la propria sessualità. 

Laddove una persona riesca ad essere autonoma, il problema di accettazione continua comunque a causa di stereotipi e pregiudizi. In molti lamentano discriminazione, disinteresse e distacco a causa della propria disabilità dal mondo omosessuale, oltre che una generica mancanza di occasioni di incontro per vivere la propria sessualità e affettività.

Secondo la ricerca sulla multidiscriminazione del 2020 della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) le esperienze di discriminazione sono più frequenti nell’età giovanile, quel momento della vita nella quale si è più vulnerabili, soprattutto se si sta elaborando la propria identità, affettività e sessualità. Coloro che ricorrono alle forze dell’ordine e alle associazioni sono pochissimi.

Si riscontra una significativa sensazione di disagio nella ricerca di un’abitazione o di un lavoro, aspetti cruciali per lo sviluppo di percorsi di vita autonomi, discriminazioni molto concrete e penalizzanti per la vita delle persone LGBTQ+ con disabilità. In generale il disagio è soprattutto causato dai comportamenti delle altre persone nei loro confronti mentre la dimensione dell’accessibilità viene indicata da un numero nettamente inferiore di intervistati. La presenza di limitazioni evidenti alla socialità è aggravata da un serio problema di ostilità immotivata.

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